«Necessario coinvolgere gli attori principali presenti sul territorio, per far emergere interessi ed esigenze, puntando ad una micro-comunità strutturata»
Un ruolo strategico, per immaginare la più dettagliata possibile gestione della cura della Città. È quello rivestito dai quartieri, aree cittadine che non si limitano a delineare singoli settori di suddivisione topografica, ma spesso rappresentano un vero e proprio unicum, in cui si condividono cultura, usi e tradizioni, senso di appartenenza, oltre a criticità e problematiche, così come si è evidenziato nel tavolo del LAB32 dedicato alla “Gaeta dei quartieri”.
Gaeta si articola essenzialmente in sette quartieri, in alcuni casi di recente creazione e identificati per connessioni viarie, in altri come veri e propri rioni storici: Gaeta Sant’Erasmo, Montesecco, Borgo di Elena, Serapo e Riviera di Ulisse, Eucalipti/Colle/Continenti, Monte Tortona, La Piaia/Conca/Sant’Agostino.
Quartieri diversi, con dialetti a volte diversi, i cui abitanti manifestano con orgoglio un forte legame spesso campanilistico a difesa delle proprie radici, fattore che costituisce un valore aggiunto nel sentirsi cittadino e nel rispetto del territorio circostante.
Si tratta di un aspetto socioculturale che deve necessariamente essere considerato per poter ripensare ad una valorizzazione e riorganizzazione dei servizi urbani, dalla cura della piccola manutenzione alla pulizia, dal decoro al verde pubblico, fino ai protocolli di sicurezza: attività che, se organizzate per quartiere e sotto la supervisione degli stessi abitanti, possono sicuramente essere potenziate. Attraverso la responsabilizzazione dei cittadini e la creazione di una micro-comunità interna, infatti, sarà possibile concretizzare una proficua fruizione ed un costruttivo sviluppo di ogni area, che interesserà di conseguenza, l’intera Città.
Il Governo cittadino avrà la funzione e l’obiettivo di puntare sulla centralità di ogni quartiere, per farlo “vivere” tramite la creazione, o il miglioramento se già presenti, di luoghi di interesse, incontro e aggregazione interni al tessuto urbano, come piccoli parchi, aree sportive, attrezzature collettive, garantendo anche fondi e supporto amministrativo per incentivare la realizzazione di attività e iniziative sociali e culturali, dedicate in particolare a giovani, anziani e fasce svantaggiate.
Nasce da qui l’idea della costituzione dei “patti di quartiere”: una tavola rotonda composta dai rappresentanti di tutti gli attori principali presenti sul territorio, che ne incarnino la realtà, tra cui cittadini, scuole, parrocchie, attività commerciali, stakeholder, associazioni, centri di interesse. Insieme, potranno confrontarsi e avanzare proposte per la crescita del quartiere, fungendo da pungolo e stimolo, da ponte e faro, contribuendo attivamente al miglioramento e alla vita sociale, politica ed economica dell’intera Città.
Inoltre, per accrescere la vicinanza e la collaborazione tra cittadini e Amministrazione, si potrebbe lavorare sul progetto di baratto amministrativo, che prevede una decurtazione dalle tasse per coloro che curano la zona in cui risiedono.
«Sono nato politicamente come presidente di un Consiglio di quartiere – ha spiegato il candidato sindaco Cristian Leccese – e conosco perfettamente l’importanza del confronto e della discussione che partano da chi abita in un determinato territorio, soprattutto dal punto di vista civico. La partecipazione dei cittadini e il contatto diretto con ognuno di loro sono fondamentali per la risoluzione dei problemi, ma anche per l’organizzazione di iniziative: per la vita della Città.
Dobbiamo quindi dedicarci ad una progettualità che possa mirare ad una riqualificazione e rigenerazione urbana dei singoli rioni, coinvolgendo gli attori principali presenti che possano far emergere precisi interessi, esigenze e bisogni, puntando ad una micro-comunità strutturata e superando la composizione “politica” elettiva dei precedenti Consigli. Per questi motivi, abbiamo pensato a dei “patti di quartiere”, il cui ruolo sarà di collaborazione diretta con il Governo cittadino, senza doverne sostituire i doveri, affinché nessun abitante di ogni singola area cittadina, dalle centrali alle periferiche, possa sentirsi abbandonato dall’Amministrazione comunale».